Il 3 e 4 Giugno 2022 si è svolto a Roma il 1° Convegno Nazionale pastorale persone con disabilità dal titolo “Noi non loro – La disabilità nella Chiesa”. Di questo convegno avevo parlato tempo fa su Instagram, ma oggi volevo condividere con voi quali sono stati gli interventi e alcune riflessioni in merito.
Da quale punto di vista si è parlato di Disabilità? Un tema molto importante è stato quello dell’abitare, sia come concetto astratto, ossia della casa come luogo in cui “ci si sente a casa”. Il Convegno è stato promosso da Suor Veronica Donatello, Responsabile del Servizio Nazionale per la Pastorale delle persone con disabilità, Conferenza Episcopale Italiana (CEI) dal 2019. Tra i relatori del seminario precongressuale: S.E. Mons. STEFANO RUSSO, Segretario CEI a introdurre il convegno; la senatrice ERIKA STEFANI (all’epoca Ministro per la Disabilità); S.E. Mons. GIUSEPPE BATURI, Vicepresidente CEI e Arcivescovo di Cagliari, Dr. SERAFINO CORTI, Direttore Dipartimento disabilità della Fondazione Sospiro, Dr. ROBERTO SPEZIALE, Presidente Nazionale Anffas, P. CARMINE ARICE, Superiore Generale Cottolengo. A moderare: RICCARDO BENOTTI Giornalista SIR
All’interno del 1° convegno pastorale per persone con disabilità hanno relazionato anche:
- PADRE JUSTIN GLYN del Catholic Theological College di Melbourne) che ha portato la sua esperienza di sacerdote non vedente. Ha anche sottolineando i limiti dell’accoglienza che la Chiesa riserva alle persone disabili;
- il Prof. JOHN SWINTON dell’Università di Abeerdeen che ha sostenuto come anche nell’approcciarsi alla disabilità sia importante accogliere l’altro per ciò che è e non offrire una amicizia “interessata”, bensì disinteressata;
- S.E. Mons. ERIO CASTELLUCCI, che ha sostenuto l’importanza di non usare pietismo e compassione nei confronti di persone disabili, ma un linguaggio volto alla promozione della persona.
Chi c’era?
All’interno di questo link, invece, troverete la rassegna stampa riguardante il convegno (anzi, una sua parte, vi conviene cercare la restante su Google), la galleria fotografica, il programma dell’intero convegno. Tra i partecipanti spiccano l’Accademia di Pizzaut, promossa da Nico Acampora, che forma come pizzaioli e gestori di pizzeria ragazzi autistici, donando lavoro e dignità; la comunità di Sant’Egidio, che ha relazionato sulla casa come alternativa alla solitudine, la Lega del Filo d’Oro che ha sottolineato il ruolo della catechesi e del benessere spirituale all’interno dell’inclusione e interventi anche dall’estero, ad es. dal Belgio, dagli Stati Uniti e dalla Polonia, in cui si è sottolineato come conoscere la Bibbia possa essere utile per aprire vie di speranza, l’importanza dei principi dell’insegnamento cattolico sociale, dell’inclusività nei percorsi universitari per persone con disabilità intellettive e di un training sulla disability awareness per sacerdoti.
Conclusioni
Sicuramente nella Chiesa c’è ancora molto da fare per far sentire davvero accolte le persone con disabilità. Parlarne però è sicuramente un gran passo avanti per tutta la comunità ecclesiale. Purtroppo non ho potuto assistere a tutto il convegno (che era in presenza), tuttavia la mia impressione è che è un bene che si stia prendendo la strada della personalizzazione delle soluzioni per ogni persona disabile. Le persone disabili, infatti, come le persone normodotate, hanno una loro unicità che va rispettata e tutelata all’interno di ogni processo che vada verso l’autonomia. Nella sessione precongressuale, l’unica che ho potuto seguire, ci sono stati pochi accenni, alle soluzioni pratiche per aiutare le persone con disabilità. Dal mio punto di vista, la macro-soluzione sarebbe che le istituzioni, sia laiche che religiose, pensino ed attuino aiuti strutturali ma noi “comuni mortali” dobbiamo essere partecipi nella “messa a terra” di tutte le buone pratiche per far sentire tutte le persone parte della società.
Se ti interessano altri articoli sulla disabilità, puoi leggere questo: la mia esperienza in un soggiorno di lavoro con persone disabili.
