Autismo e religione: in USA i bambini che vivono alcune condizioni si sentono più discriminati dalle loro comunità religiose rispetto ad altri (puoi leggerlo qui), quindi ho pensato di scrivere una serie di articoli per aiutare a comprendere meglio le esperienze religiose in questi casi e favorire l’inclusione.
Il Disturbo dello Spettro Autistico è una condizione che insorge nei primi anni di vita (solitamente intorno ai 2 anni) e che comporta difficoltà nella sfera sociale, interessi e comportamenti ristretti e ripetitivi tali da compromettere la vita quotidiana e non spiegabili da forme di disabilità. Di per sé, l’autismo può essere considerato una neurodivergenza, ossia un modo di apprendere ed elaborare in un modo diverso da quello “tipico”, ma spesso è in comorbidità con altre patologie e questo spiega perché tante persone autistiche abbiano anche disabilità.
Cosa significa comorbidità: compresenza di più condizioni patologiche nella stessa persona.
Il modo di pensare autistico può incidere su molte aree della vita quotidiana ma una che è poco considerata a mio avviso è quella delle credenze e pratiche religiose.
Autismo e Religione: una potente strategia di coping
Quando, nella mia tesi triennale, trattai le strategie di coping più comuni nelle famiglie con figli autistici uno degli articoli che consultai sosteneva che la strategia di coping religioso non era la più presente però era quella che interveniva più spesso quando tutte le altre avevano fallito, specie il supporto amicale e istituzionale che le famiglie consideravano quasi sempre inadeguato.
In sostanza, si cercava una presenza soprannaturale anche (ma non possiamo dire solo) perché quella umana si era rivelata deficitaria. Ciò era realmente di conforto, pertanto è scientificamente importante aiutare le famiglie che lo desiderino a coltivare queste strategie e a inserire i propri figli nelle comunità religiose se lo desiderano.
Per il personale sanitario, però, ci possono essere diverse complicazioni in questo. Quali?
- Evitare il proselitismo: una di esse è quella di dover necessariamente evitare il proselitismo, specie se i propri pazienti e le loro famiglie vivono un momento di fragilità;
- Avere un’idea chiara del funzionamento della persona per scegliere al meglio il contesto in cui può stare bene e felicemente;
- Dare alla comunità gli strumenti per rendere più comprensibili i comportamenti della persona e facilitare l’inclusione.
Autismo e Religione: un articolo scientifico
Per aiutare le persone e le comunità religiose a includere le persone autistiche una delle cose importanti da sapere è come queste persone vivono la religione. In questo ci può aiutare uno studio o meglio, una review (ossia un insieme di studi) pubblicata sulla rivista scientifica Children nel 2023, dal titolo Autism and Religion. In questa review lo studioso ungherese Szabolcs Kéri discute la vecchia concezione secondo cui tutte le persone autistiche tendano a essere atee e cerca di delineare come il profilo psicologico degli autistici si approcci alla religione e come possa essere utile comprendere come funziona questa strategia di coping per loro e le loro famiglie.
In breve: cosa tratta l’articolo e quale metodo è stato usato
- Introduzione: la convergenza tra scienze cognitive dell’autismo e religione può aiutare a capire le sofferenze delle famiglie affette:
- Gli autistici sono atei?;
- L’unicità della religiosità e spiritualità autistiche;
- Metodi
- Concezione corrente di ASD
- Diagnosi ed epidemiologia;
- L’architettura genetico-molecolare dell’autismo indica un neurosviluppo e una cognizione unici
- Teoria della mente (ToM): la chiave putativa (d’interpretazione del legame tra, ndr) autismo e religione
- Il dibattito sulla ToM nell’autismo;
- ToM e Religione;
- ToM da una prospettiva di sviluppo;
- La “Broken Mirror Theory” dell’Autismo e della Religione
- Neuroni specchio: funzioni e sviluppo;
- Possono i neuroni specchio mettere in luce il link tra ASD e Religione?
- Una coerenza centrale debole e un mondo intenso: possono le esperienze inusuali contribuire alla religione e alla spiritualità nell’ASD?
- Possono le persone con ASD sperimentare un mondo frammentato con spot intensi?
- Può un mondo frammentato e iperintenso portare a esperienze spirituali uniche?
- Autismo e Religiosità rivisitati
- La natura della religiosità nell’ASD: gifted, visionari e cercatori della verità;
- La religiosità vissuta dalle famiglie con ASD
- Conclusioni e raccomandazioni per la pratica clinica
In sostanza l’autore, attraverso una revisione della letteratura presente dagli anni’80 ad oggi, ha provato a darci una pista su cosa puntare per comprendere meglio come vivano la religione le persone con autismo. Cosa può influire, quindi, sul loro approccio?
Autismo e Religione: cosa cambia nel pratico
- Architettura genetico-molecolare;
- La ToM meno di quanto si possa pensare: è importante ma si affianca ad altri fattori come quelli culturali, sociali e storici. Tuttavia è da tenere in considerazione per la riuscita sociale dell’inserimento nella comunità in quanto è ciò che ci permette di partecipare ai riti religiosi, cantare e raggiungere un senso di coordinazione ritmica con la comunità e ciò facilita i legami sociali;
- I Neuroni Specchio perché sono implicati nel comprendere le intenzioni ed emozioni degli agenti soprannaturali e nella partecipazione ai riti religiosi;
- La tendenza ad avere esperienze religiose inusuali: le differenze neuro-cognitive delle persone autistiche rispetto alle persone neuro-tipiche possono far sì che la loro spiritualità sia più visionaria;
- Per le persone autistiche parlare con Dio o altri esseri trascendenti può essere più semplice che parlare con gli esseri umani perché non devono interpretare il linguaggio non verbale;
- Gli autistici possono percepire i mondi immaginari come più controllabili del mondo reale a causa delle loro caratteristiche;
- Sentono più spesso cose che non dipendono da stimoli sensoriali esterni (percezione della presenza, visioni, ecc…);
- Sono fortemente spinti a scoprire la verità cercando di incastrarla in tassonomie immutabili e regolarità sistematiche, ciò di cui si occupano la dogmatica e la teologia sistematica. Questo perché hanno bisogno di un’identità e di resistere al cambiamento.
Queste caratteristiche rendono lo stile religioso autistico unico: c’è una comprensione peggiore dell’esistenza di un’entità divina che ha delle intenzioni e anche in generale del contesto religioso, oltre a un’interpretazione più letterale di concetti che spesso sono astratti. Aspetti più sviluppati sono, invece, le esperienze sensoriali intense, la tendenza alla sistematizzazione e altre abilità speciali.
Bibliografia:
Kéri, S. (2023). Autism and religion. Children, 10(8), 1417. https://doi.org/10.3390/children10081417
Sitografia:
- Se vuoi conoscere meglio il Disturbo dello Spettro dell’Autismo: Autismo e disturbi dello spettro autistico – Psicologia (stateofmind.it);
- Se vuoi esplorare il concetto di neurodivergenza: Che cos’è la neurodivergenza? – TICE (centrotice.it)
Approfondimenti:
Qui ti consiglio un film per comprendere meglio il Disturbo dello Spettro dell’Autismo: Copperman
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