Cattolicesimo e neuroscienze: quale rapporto?

Cattolicesimo e neuroscienze: quale rapporto?

Qual è il rapporto tra cattolicesimo e neuroscienze? Per rispondere a questa domanda devi prima sapere cosa sono le neuroscienze.

Puoi scoprirlo leggendo questo articolo.

Il problema mente-cervello nel rapporto tra cattolicesimo e neuroscienze

Partiamo dalle basi: mente è il nome che usiamo per riferirci alle cosiddette “funzioni superiori” del cervello e, in particolare, quelle di cui possiamo essere coscienti: sensazione, pensiero, intuizione, ragione, memoria, volontà.

Gli animali possiedono alcune di queste facoltà ma non tutte e comunque non allo stesso grado degli esseri umani. Insieme esse costituiscono quella che chiamiamo intelligenza, mentre la psiche comprende anche istinti e inconscio, quindi tutta la parte più “irrazionale”.

Una parte degli scienziati, i cosiddetti “riduzionisti” vorrebbero ridurre il concetto di mente a qualcosa di puramente biologico. Ossia sostenere che tutto ciò che noi pensiamo, facciamo, diciamo, proviamo sia prodotto dal cervello. E basta.

Ciò, ovviamente, ha pesanti ripercussioni anche sui concetti di libero arbitrio, libertà, ecc… e anche sulla fede e quindi sul rapporto tra cattolicesimo e neuroscienze (almeno riguardo a questa teoria).

Altri, invece, sostengono che il cervello abbia una sua funzionalità ma che la nostra mente, la nostra psicologia, la nostra identità non sia attribuibile interamente al sostrato biologico. Questa è una linea di pensiero molto più vicina al pensiero della Chiesa, pertanto è possibile un punto di dialogo, che renda fecondo il rapporto tra cattolicesimo e neuroscienze.

Il rapporto tra cattolicesimo e neuroscienze dipende molto dalla teoria di riferimento e cioè dalla libertà nelle nostre scelte che viene postulata.

Il parere della Chiesa Cattolica sul rapporto tra cattolicesimo e neuroscienze

Uno dei fondamenti del Cristianesimo è la visione dell’essere umano come persona.

Esso implica l’unicità di ognuno di noi e anche la libertà di poter scegliere cosa fare e cosa non fare, di non essere degli automi e nemmeno di vivere di istinti. Implica la possibilità di fare dei “salti cognitivi” che vadano oltre l’immediatamente visibile.

Questi sono tre principali e semplici motivi per cui non sposerebbe mai la teoria riduzionista.

C’è, però, anche dell’altro: la Chiesa chiede in particolare qualcosa alla scienza e lo fa, tra gli altri, in questo documento: la Chiesa e le neuroscienze che si può trovare sul sito dell’Ufficio Nazionale della Pastorale della Salute.

Chiede di ricordarsi chi è: quella branca di studio che può fornire risposte, grazie al suo metodo, a una limitata porzione della realtà e che non può – perché non ne ha gli strumenti – rispondere alle domande fondamentali dell’esistenza. Invita inoltre gli scienziati a rimanere aperti al mistero della Natura, anche umana, che è sempre più grande di qualsiasi esperimento.

Si può credere o non credere, ma come qualunque scienziato si rende conto di avere una grande conoscenza specifica su un aspetto della realtà e di non poter dare risposte – se non approssimative – a domande che non competono il suo campo di studi (per questo si richiede sempre di più lavoro multidisciplinare e di équipe!) così non ci possiamo illudere che siano soltanto provette e tecniche di neuroimmagine a darci la risposta su chi siamo.

Sitografia

Persona – Treccani

Persona – Wikipedia

La Chiesa e le Neuroscienze – Ufficio Pastorale della Salute

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2 risposte a “Cattolicesimo e neuroscienze: quale rapporto?”

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